28 aprile: giornata mondiale della sicurezza sul lavoro

Marco AbbonizioIl mondo della Formazione

Giornata di sensibilizzazione in ambito di salute e sicurezza sul luogo di lavoro: i dati però sono tutt’altro che rassicuranti per l’Italia; vediamo insieme perché…

Il 28 aprile rappresenta una giornata fondamentale per la sensibilizzazione in ambito di sicurezza e salute sul luogo di lavoro, è così ormai da quasi vent’anni: ma il lavoro di sensibilizzazione ha davvero portato dei risultati? Ahinoi, la risposta è negativa.

Infortuni e morti sul luogo di lavoro rappresentano tutt’ora una piaga gigantesca per il nostro Paese, una piaga di difficile risoluzione che ha radici instaurate in una quasi totale mancanza di “cultura della sicurezza” accompagnata da una generale sottovalutazione del rischio.

Ma cosa dicono i numeri?

Le denunce di infortunio sul lavoro acquisite dall’INAIL nel primo bimestre del 2022 sono state 121.994, +47,6% rispetto allo stesso periodo del 2021, 114 delle quali con esito mortale (+9,6%).

A questi dati va aggiunto anche l’aumento delle patologie di origine professionale denunciate, che sono state 8.080 (+3,6%).

Una situazione che va dunque aggravandosi di anno in anno, a dispetto delle politiche di prevenzione che hanno comunque subito un significativo incremento, specie nell’ultimo periodo.

Ma dove si concentra il maggior numero di nefandezze in termini di sicurezza sul lavoro?

I dati parlano di un’incidenza della mortalità sul lavoro molto più elevata al centro-sud rispetto al nord della Penisola.

Un dato significativo che ci mostra come, nelle regioni con una popolazione lavorativa maggiore, il tasso di mortalità sia molto più basso.

Nel 2021 le maglie nere d’Italia in tal senso sono praticamente tutte concentrate nell’Italia del Mezzogiorno, con Molise, Basilicata, Abruzzo, Campania, Umbria e Puglia, alle quali si affianca la Valle d’Aosta, unica regione del nord, che presentano un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale.

Anche il nostro Abruzzo è dunque tra le peggiori regioni italiane in termini di salute e sicurezza sul luogo di lavoro, con un tasso di mortalità tra i più alti in assoluto. Un dato scoraggiante che deve farci riflettere sulla strada da seguire nei prossimi mesi ed i prossimi anni.

Per quanto riguarda l’età, invece, la mortalità tocca in maggioranza gli ultrasessantacinquenni, con gli infortuni che invece prevalgono per i giovani che hanno da poco fatto l’ingresso sul mercato del lavoro.

Dati disastrosi che cozzano con una disciplina in materia di salute e sicurezza sul lavoro – quella italiana – che risulta essere tra le più complete ed efficienti al mondo, ma evidentemente poco efficace.

Limitarsi alla mera lettura di questa disciplina non porta evidentemente a nulla: applicare regole e normative in maniera concreta attraverso una adeguata e reale formazione di lavoratori e datori di lavoro è alla base di tutto.

Un incremento delle sanzioni e dei controlli per le aziende che non risultano conformi alla disciplina è altrettanto importante e necessario: non ci sono altre vie d’uscita.

Come Scuola di Formazione Human Factory da ormai quasi dieci anni portiamo avanti una diffusione capillare ed accurata di una cultura in materia di salute e sicurezza sul lavoro: crediamo fermamente che la formazione in questo ambito sia il cuore pulsante ed un indice di salute per le imprese di Lanciano, dell’Abruzzo e di tutta l’Italia.

Investire sulla sicurezza non è un optional e non deve essere considerato un obbligo o un peso: la sicurezza è una necessità ed è l’arma vincente di ogni azienda per puntare ad una crescita costante nel tempo, sotto ogni singolo aspetto.

Per scoprire in cosa consiste un’adeguata formazione per la prevenzione e la protezione dei lavoratori e dei datori di lavoro clicca qui, e se necessario contattaci per ogni necessità o chiarimento.
Sottovalutare il rischio è una follia, esserne consapevoli è un investimento.